IL PACKAGING DEL FUTURO

Sostenibilità, ma anche sicurezza e innovazione. Ecco le nuove frontiere del packaging cosmetico

Una delle principali sfide che l’industria del packaging dovrà affrontare nei prossimi anni sarà legata alla riduzione dell’impatto sull’ambiente, con particolare attenzione alle emissioni di CO2. Secondo quanto stabilito dagli accordi di Parigi nel 2016, l’UE si è impegnata a diventare un’economia a impatto climatico zero entro il 2050. Il trattato, firmato da 196 paesi, impone di non aumentare ulteriormente le emissioni di gas serra da qui al 2025, ma la società di consulenza Gartner ha già annunciato che il 90% delle aziende non riuscirà a rispettare gli accordi per via della dipendenza dalla plastica a base fossile e dalle confezioni monouso.

Il ‘net zero design’ resta in cima alle priorità del mondo del beauty, anche se la strada da fare è ancora lunga perché con oltre 120 miliardi di unità prodotte a livello globale ogni anno, pari al 70% dei rifiuti del settore, il packaging è tra i principali responsabili del carbon footprint dell’industria della bellezza.

D’altronde, il riciclo dei contenitori vuoti non è una questione di poco conto per via dei materiali misti o delle piccole parti difficili da separare. Ecco il  mondo produttivo sta guardando al monomateriale e alla possibilità di separare i diversi materiali a fine vita. 

A chiedere un cambio di rotta in chiave green sono gli stessi consumatori. Una ricerca di Unilever ha mostrato che il 90% della GEN Z si aspetta che i brand facciano di più per ridurre l’impatto sul clima, mentre uno studio di Trivium Packaging rivela che l’86% dei consumatori under 45 sarebbe disposto a pagare di più per un prodotto dal packaging più sostenibile. 

Un’altra grande area di sviluppo sarà quella del packaging intelligente, con le nuove tecnologie che aiuteranno i brand ad avere una visione più completa della vita dei consumatori e consentiranno a questi ultimi di ottenere più informazioni sul prodotto e maggiore comfort.

 

Occhi puntati sugli airless con pouch

Strumento fondamentale per valorizzare l’esperienza e distinguersi nella massa, nonostante l’incremento dei costi di produzione e di trasporto, il packaging cosmetico si stima che raggiungerà i 43,59 entro il 2028 con un CAGR del 5% tra il 2021 e il 2028 (fonte PRNewswire x The Insight Partners). In questo mercato un posto d’onore spetta agli airless ( per i quali si stima un CAGR del +5,9% nel 2023) studiati per evitare gli sprechi e garantire l’integrità del prodotto. Lumson, con i suoi airless con pouch, è uno dei massimi interpreti del connubio innovazione e sostenibilità Made in Italy. 

Come dimostra APP LIGHT in PCR PE da 50 ml, la prima novità del 2023.

APP LIGHT in PCR PE da 50 ml non solo è più leggero del 25% rispetto all’equivalente APP355 grazie alla diminuzione degli spessori del flacone, ma è anche più sostenibile grazie anche ai materiali impiegati (80% PCR HDPE + 20% HDPE) e alle ridotte emissioni di CO2. Da un'analisi SPICE (piattaforma internazionale che misura la sostenibilità dei prodotti e dei processi) è infatti emerso che le emissioni di CO2 generate per la produzione di APP 355 LIGHT, se confrontato con APP START (un altro airless in PE di Lumson), sono inferiori del 19%. “Ci aspettiamo ottimi riscontri anche da TAG, il capostipite dei nostri airless airless con pouch – spiega il presidente Matteo Moretti -. Per sottolineare la nostra vocazione all’innovazione sostenibile, questo nostro best-seller è disponibile anche con il 25% di vetro riciclato: una soluzione che, siamo sicuri, conquisterà il pubblico”.


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